Roberto Saviano è un «paglietta»: parola di Antonio Gramsci

Antonio Gramsci identificava la formazione di un particolare ceto di intellettuali che definiva «pagliette» o «pennaioli». Si trattava di personaggi incorporati nelle classi dirigenti meridionali, con particolari privilegi “giudiziari”, impiegatizi, ecc., in modo che lo strato che avrebbe dovuto organizzare il malcontento meridionale diventava uno strumento della politica settentrionale, un suo accessorio “poliziesco”.
Sembra la fotografia spiccicata della funzione svolta da un certo Roberto Saviano, l’odierno pennaiolo di Repubblica, il velinaro dei Ros, lo scrivano del giustizialismo meridionale recentemente cimentatosi in un’ardua recensione di un discutibile saggio di Alessandro Orsini (che i lettori di questo blog già conoscono) intitolato, Gramsci e Turati. Le due sinistre (Rubettino)


Antonio Gramsci

Sul Risorgimento
, Editori Riuniti 1967

Il Mezzogiorno era ridotto a un mercato di vendita semicoloniale, a una fonte di risparmio e di imposte ed era tenuto «disciplinato» con due serie di misure: misure poliziesche di repressione spietata di ogni movimento di massa con gli eccidi periodici di contadini, misure poliziesche-politiche: favori personali al ceto degli «intellettuali» o «pagliette», sotto forma di impieghi nelle pubbliche amministrazioni, di permessi di saccheggio impunito delle amministrazioni locali, di una legislazione ecclesiastica applicata meno rigidamente che altrove, lasciando al clero la disponibilità di patrimoni notevoli, eccetera, cioè incorporamento a «titolo personale» degli elementi più attivi meridionali nel personale dirigente statale, con particolari privilegi «giudiziari», burocratici, eccetera. Così lo strato sociale, che avrebbe potuto organizzare l’endemico malcontento meridionale, diventava invece uno strumento della politica settentrionale, un suo accessorio di polizia privata. Il malcontento non riusciva, per mancanza di direzione, ad assumere una forma politica normale e le sue manifestazioni, esprimendosi solo in modo caotico e tumultuario, venivano presentate come «sfera di polizia» giudiziaria. In realtà a questa forma di corruzione aderivano sia pure passivamente e indirettamente uomini come il Croce e il Fortunato per la concezione feticistica dell’unità. […]

È l’aprile del 1907 quando viene varata la corazzata Roma ed in quell’occasione fanno mostra di sé i cappelli estivi. La paglietta è una gloria italiana visto che l’industria della paglia è attiva in Toscana fin dal Settecento. Si chiamava anche magiostrina perché la si indossava a partire dal mese di maggio e veniva dismessa tassativamente al tempo della vendemmia ancorché il clima fosse mite. Ma questo cappello rigido, di forma ovale e fondo piatto, trova la sua consacrazione artistica nei dipinti degli impressionisti francesi: Renoir e Manet ci rimandano le immagini dei signori di inizio secolo che vanno in barca sul fiume e frequentano i locali all’aperto indossando appunto quella che chiamano canotier.

Le déjeuner des Canotiers (1881) – Auguste Renoir

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4 pensieri su “Roberto Saviano è un «paglietta»: parola di Antonio Gramsci

  1. Non sono mai stata una fan di Saviano perchè non ho mai creduto che veramente lui combatta la camorra. Credo sia nella migliore delle ipotesi un personaggio costruito se non anche qualcuno coinvolto in ciò che dice di combattere. E se fosse uno di loro e ha scritto un libro sulla camorra per questo? Può darsi che io esageri ma almeno negli atteggiamenti arroganti lui si dimostra, a mio parere, così. Poi se fosse veramente in pericolo mi chiedo come possa un uomo che vive sotto scorta riuscire a fare perfino un programma televisivo senza problemi come è successo tempo fa.
    Saviano è anche un sionista come ci aveva fatto notare Vittorio Arrigoni a suo tempo.
    Avete visto l’ultimo video in cui due ragazzi, all’ultima presentazione di un suo libro in una libreria di Barcellona, dopo avergli regalato il libro di Arrigoni gli chiedono una risposta a Vittorio ( poichè lui non l’ha mai data) e si sentono rispondere in modo sgarbato?
    Io non ho mai letto Gomorra pur avendolo in casa ( perchè mia madre l’ha comprato e letto per curiosità prima di cambiare idea su Saviano per via del suo protagonismo) ma non me ne pento perchè non considero di grande qualità e credito in generale i suoi scritti: nell’ultimo suo libro è contenuta una notiza storicamente falsa riguardo un episodio della vita di Benedetto Croce, cosa che è stata confermata dai discendenti del filosofo.

  2. Da: sergiobianchi@deriveapprodi.org
    Data: 06/04/2012 9.31

    Ogg: Comunicazione DeriveApprodi

    Ci è giunta voce che in occasione delle ultime presentazioni del libro “Maelstrom. Scene di rivolta e autorganizzazione di classe in Italia (1960-1980)”, da noi recentemente edito, il Sig. Alessandro Orsini ha dichiarato pubblicamente di avere rapporti con la nostra casa editrice.
    Con la presente precisiamo di non aver mai avuto modo, ad oggi, di intrattenere con questa persona alcun tipo di rapporto, né diretto né indiretto.

    In fede,
    Sergio Bianchi

    (Amministratore unico DeriveApprodi srl)

  3. Pingback: Saviano è cotto: ama ogni divisa del mondo più di ogni altra cosa! | Polvere da sparo

  4. Gramsci ha preso da Ferdinando II di Borbone re delle Due Sicilie l’espressione pennaioli e pagliette (in napoletano pennarule e pagliette), il quale così definiva quella classe professionale, politica e intellettuale che, a partire dal 1799, cominciò il tipico atteggiamento, di aprirsi ai “liberatori” con i quali collaborare in posizione subalterna, ottenendone benefici e privilegi (alla faccia dell’idealismo), atteggiamento tuttora presente in molta dell’attuale classe politica ed intellettuale meridionale.

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